CHICAGO\ aise\ - Non si lascia attendere la risposta del
presidente dell'Ente di Assistenza Scolastica di Chicago, Italidea, alla
lettera del presidente del COMITES di Chicago, Angelo Liberati. (vedi AISE del 24 maggio, h. 17.52),
"La richiesta di Liberati – esordisce la Barghini - è molto puntuale in
quanto immediatamente successiva ad una ulteriore missiva inviata da Italidea
ieri (24 maggio 2007) all'indirizzo dell'Ufficio del Direttore Generale per
gli Italiani all’Estero, del Direttore Generale per il Personale ed
all'Ambasciata d’Italia a Washington". In tale missiva, continua la
Barghini, Italidea si professa "pienamente disponibile a qualsiasi tipo
di verifica e controllo circa il proprio operato da parte del superiore
Ministero. Italidea ha sempre risposto e giustificato in modo puntuale ed
esaustivo ogni e qualsiasi rilievo sollevato dal Console Sgrò circa
l'opportunità e la congruità di utilizzo dei fondi Ministeriali che sulla
scelta della coordinatrice di Italidea, peraltro, insegnante fortemente
apprezzata di Italidea, munita di laurea italiana in Lingue e Letteratura
Straniere conseguita con il massimo dei voti e diploma post-laurea presso la
prestigiosa Loyola University, selezionata dall'Ente con il diretto
contributo, supervisione e gradimento del dirigente dell'Ufficio Scolastico
presso il Consolato e della direttrice dell'Istituto di Cultura a
Chicago". L'ente, scrive la Barghini, non può continuare ad accettare
accuse di mancanza di "morigeratezza" "da parte di chi, in
prima persona, si rende responsabile di abusi d'ufficio. Questo Ente auspica
l'immediato intervento dei competenti uffici ispettivi del MAE, affinché si
proceda con una attenta e puntuale verifica dell'operato del Console Sgrò
durante il suo mandato presso il Consolato di Chicago".
"Il console Sgrò - continua la Barghini - renda conto al Ministero delle
spese telefoniche stratosferiche effettuate con telefoni di ufficio per
chiamate di suo uso privato. Basta una semplice verifica dei numeri
ricorrenti nei tabulati della società telefonica (a disposizione del
Consolato) per accertare: la natura di pubblica utilità delle chiamate ovvero
l'abuso per motivi personali; e, l'investimento di tempo, altrimenti da
dedicare alle prescritte funzioni consolari, sciupato in conversazioni di
natura personale".
"Il console Sgrò – aggiunge ancora il presidente di Italidea - renda
conto al Ministero del fatto che, non possedendo nemmeno un'autovettura
privata, lo stesso pretenda di utilizzare l'autoveicolo di ufficio per uso
personale, obbligando, sotto la minaccia di licenziamenti, impiegati del
Consolato ad accompagnarlo dappertutto ed anche ad un servizio extra orari di
lavoro. Il console Sgrò renda conto al Ministero dei criteri adottati per la
distribuzione di fondi pubblici ad emittenti radiofoniche private nella
circoscrizione consolare, compresa quella condotta dallo zelante presidente
del Comites, Angelo Liberati. Il console Sgrò – prosegue - renda conto al
Ministero delle reali attività consolari da lui effettivamente svolte durante
il suo mandato e di quante siano effettivamente state organizzate e
realizzate da parte dello stesso Sgro".
Sul messaggio del presidente del COMITES di Chicago, la Barghini si limita a
rispondere che "è molto strano che Liberati sia venuto a conoscenza di
comunicazioni private intercorse fra Italidea ed il Consolato. La lettura
attenta dello stesso comunicato lascia intravedere il supporto esterno, neanche
troppo celato, del Console Sgrò che si ritiene, non abbia esitato a scrivere
la lettera a firma di Liberati evidenziando e stigmatizzando come in
quest'ultimi quattro anni di reggenza Sgrò, il COMITES abbia assunto la
rappresentanza di "zerbino" dello stesso console. Non può
certamente bastare un Comites addomesticato, eletto da una minoranza degli
italiani residenti (25-30%?) a dare una valutazione definitiva sull'operato
quadriennale di un console". "Vi sono anche – si aggiunge - altre
categorie che hanno titolo a dare un giudizio sulla collaborazione data da
chi rappresenta l'Italia come console. Occorre quindi rivolgersi agli
esponenti politici locali, agli esponenti economici, agli ambienti educativi,
accademici e culturali. Consultare l'ambiente dei professionisti espatriati,
dei ricercatori, e delle persone qualificate che dall'Italia si attendono un
rafforzamento dei rapporti in tutti i campi. Sentire i consoli dell'Unione
Europea ed infine tutti i dipendenti, presenti e passati che hanno prestato servizio
in Consolato. Il Comites non è tutto".
A Liberati, la Barghini chiede sostanza e sollecita l'enumerazione delle
reali attività svolte dal Comitato al fine di sostanziare le pretese di
effettiva "rappresentanza eletta della comunità italiana nel Midwest".
Altrimenti, dice la Barghini, "caro presidente Liberati, le sue sono le
solite chiacchiere da bar".
La Barghini chiude il comunicato dicendo "una volta predisposte le
suddette verifiche ed accertato il reale stato dei fatti si potrà parlare di
integrità, morigeratezza, rappresentatività e del vero significato del
termine servizio pubblico. Mi creda". (aise)
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