12/12/2006 ore 14.24
Italiani nel mondo
INTERVENTI/
IL CGIE COLPITO A MORTE DA DS E MARGHERITA – DI GIAN LUIGI FERRETTI
ROMA\ aise\ - Da molte parti mi sono
stati fatti complimenti per come ho coordinato il gruppo di centrodestra.
Ringrazio, ma non riesco a provare gioia. Da inguaribile romantico ed ingenuo
impenitente qual sono, avevo sinceramente creduto possibile un gentleman
agreement che avrebbe rilanciato il Cgie come "casa comune". Avevo contattato
i capi della maggioranza e ci eravamo incontrati in trattoria per un pranzo
col baccalà. Da come è finita poi, mi ronza il sospetto che
il baccalà forse ero io.
Sento un sapore amaro in bocca e
molta tristezza nel cuore. Da oggi non posso più difendere questo
Cgie. Non può esserci "casa comune" quando alcuni hanno le chiavi
della porta ed altri no, devono citofonare di volta in volta e, quando
sono dentro, possono solo dare una mano a riassettare.
Ma non solo per me è stato
un Cgie brutto e triste. Intanto si è riunito in un albergo e non
nella sua sede naturale, la sala delle conferenze internazionali alla Farnesina.
Poi del presidente, il Ministro degli
esteri, neppure l’ombra. Da parte sua, il Vice Ministro Danieli ha fatto
una breve comparsa ed è scappato a Buenos Aires per la ormai quinta
inaugurazione del Consolato.
Ds e Margherita hanno deciso di occupare
senza pietà tutte le cariche del Consiglio. Hanno ignorato le associazioni,
che si sono arrabbiate. Domenico Azzia (Unaie) è furioso. Hanno
ignorato i loro alleati e l’onorevole Crema dello Sdi ha proclamato che
il coordinamento dell’Unione all’estero non esiste più. Ma soprattutto
hanno completamente ignorato i rappresentanti della maggioranza dei connazionali
oltre confine che alle elezioni ha dimostrato di essere favorevole alla
Casa delle Libertà.
Malgrado il solito strapotere di
sindacati e patronati, nel Cgie c’è un’area che va da minimo un
terzo a quasi la metà dei Consiglieri che non si riconosce nella
disciplina di partito dei Ds e della Margherita.
La politica muscolare di questi due
partiti non ci ha concesso nulla, neppure uno dei due posticini di rappresentanti
in una commissione ministeriale per la lingua e la cultura.
A tu per tu ti danno ragione, esprimono
tutta la loro comprensione, si rammaricano. Insomma prendono per il naso.
Il massimo dell’ipocrisia, o della
presa per i fondelli, lo raggiungono quando promettono i non farlo più
e di essere più buoni in futuro. "Tutti insieme discutiamo una riforma
che non consenta più questo scempio". Balle. Abbiamo presentato
un ordine del giorno in questo senso e lo hanno bocciato. In sostanza volevano
che scrivessimo la prima parte della frase omettendo la seconda. Si sa
che è stato uno scempio, ma via non diciamolo! Malafede, doppia,
tripla malafede.
Dopo le mie dimissioni dal Comitato
di presidenza (irrevocabili, anche se alcuni organi di informazione, continuano
a citarmi fra i componenti), le stesse persone del centrosinistra che venivano
da me, molto addolorate, a pregarmi di ritirale perché sono il più
intelligente, il più bravo, il più buono, contemporaneamente
agganciavano ora l’uno ora l’altro esponente del centrodestra per convincerlo
ad occupare il posto vacante. "Tu sei il più intelligente, il più
bravo, il più buono" gli sussurravano nell’orecchio.
Vecchi metodi di vecchi arnesi della
politica che non funzionano più. Il centrodestra è compatto,
oserei dire granitico e con noi possono risparmiarsi i loro giochetti.
Il loro piano era quello di controllare
in maniera totale il Cgie per farne una succursale dell’Unione, uno strumento,
pagato dallo Stato, di propaganda in vista delle prossime elezioni all’estero.
Solo l’elezione del Vicesegretario per l’America Latina non è andata
come, malgrado i loro accordi ingannevoli, avevano tramato. È stato
eletto un "neutrale".
Ma, proprio nel momento in cui credevano
di esserci riusciti, la nostra reazione forte, decisa, li ha spiazzati.
Sappiano che è solo l’inizio. Una promessa o una minaccia? Tutte
e due.
Loro si sono assunti la gravissima
responsabilità di delegittimare di fatto il Cgie. Un Cgie così
non serve ai Comites, non serve alle associazioni, non serve agli italiani
all’estero. (gian luigi ferretti*\aise)
* Consigliere del Cgie
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