25/10/2006 ore 12.53
Italiani nel mondo
ZUCCARELLO
(COMITE L.A.): ECCO PERCHÉ HO FIRMATO IL "PROGRAMMA CICALA"
LOS ANGELES\ aise\ - "Ho firmato il
Programma Cicala, condiviso ed elaborato da tutti i presidenti dei Comites
degli USA, senza alcuna eccezione. Nel corso delle discussioni che hanno
condotto alla stesura del documento ero tra quelli che insistevano per
una soluzione più drastica e definitiva: l’abolizione del Cgie senza
compromessi, cosmetica o passi intermedi". È Giovanni Zuccarello,
Presidente del Comites di Los Angeles, che spiega oggi le ragioni che lo
hanno portato a condividere il cosiddetto "programma Cicala" che la scorsa
settimana è stato "ufficializzato" in un documento firmato all’unanimità
da tutti i Presidentei dei Comites Usa (vedi AISE del 23 ottobre h.18.43).
"Sono stato consigliere del Cgie per
l’intera legislatura scorsa – spiega oggi Zuccarello - e conosco bene l’organismo
in questione, ampiamente controllato dalla sinistra. Attualmente, nel Comitato
di Presidenza siedono, con l’eccezione di un Consigliere, tutti rappresentanti
della sinistra. È un ente inutile spendaccione e godurione. Lo era
e lo è ancora più ora che abbiamo i nostri Parlamentari eletti
all’estero a seguito della battaglia condotta da Mirko Tremaglia per oltre
quaranta anni".
Per il Presidente del Comitato di
Los Angeles, il Consiglio Generale "serve solo a soddisfare le ambizioni
fasulle dei suoi componenti che giocano a fare gli uomini di Stato così
come nel gioco del monopoli si gioca a fare gli imprenditori, ma con la
differenza che nel secondo si gioca con soldi finti mentre nel primo con
la moneta sonante del contribuente".
La questione del costo del Cgie, insomma,
sarebbe una delle ragioni che ne giustificherebbero l’eliminazione. "Commissioni
geografiche, tematiche, di lavoro, sotto commissioni, cabine di regia,
gruppi di lavoro, tavole rotonde" per Zuccarello "la fantasia non ha limite
nel creare definizioni nuove roboanti, ripetitive ed inutili. Nessuno mi
ha mai spiegato perché la "Commissione anglofona dei Paesi non Europei",
alla quale appartenevo, si riunisce periodicamente nei diversi Paesi sparsi
nel mondo e non nel corso dell'Assemblea a Roma. Quale legame, se non la
lingua – si chiede - lega i diversi Paesi anglofoni che per realtà
e storia hanno avuto fenomeni emigratori diversi e non accomunabili? Cosa
di concreto ha partorito il Cgie in oltre quindici anni di attività
se non montagne di carte che giacciono polverose nei vari archivi senza
seguito alcuno? Quale è stata la spesa?"
"I Parlamentari eletti all’estero
– prosegue il Presidente di Los Angeles - malgrado quello che afferma con
una espressione triviale il sig. Bobo (a proposito avevo una volta un cane
bastardo che si chiamava così), contano e contano molto e possono
mantenere i contatti con le comunità italiane che li hanno eletti,
tramite i Comites o in maniera più sintetica tramite il Comitato
dei Presidenti che può riunirsi più volta all’anno con la
loro partecipazione".
Richiamando quanto scritto da Filosa
sul nuovo giornale diretto da Gian Luigi Ferretti "L’Italiano", cioè
che "la quasi totalità dei Consiglieri del Cgie dichiara l’importanza
dell’organismo del quale fanno parte e insistono sul suo mantenimento"
Zuccarello commenta: "mi sarei meravigliato del contrario. È come
chiedere all’acquaiolo se l’acqua è fresca, o al barista se il suo
caffè è buono".
"Sono d’ accordo con la conclusione
di Filosa – scrive ancora Zuccarello - il Cgie rimarrà, magari con
qualche aggiustamento di plastica cosmetica. L’abolizione sarebbe una cosa
logica e le cose logiche non trovano posto nel presente Governo. È
più facile – conclude - fare stringere la cinghia ai pensionati,
ai bambini delle scuole, agli ammalati che non ai rappresentanti del sottobosco
politico". (aise)
Editrice SOGEDI s.r.l. - Reg. Trib.
Roma n°15771/75 |